top of page
  • Dott.ssa Elena Aguggeri

INFANTILI, IMPREPARATE, INADEMPIENTI O CATTIVE? GLI AGGETTIVI CHE MORTIFICANO LE MADRI CHE SOFFRONO


Più o meno consapevolmente i mass media ricoprono un ruolo centrale nel veicolare le informazioni sulla salute degli individui. In considerazione di ciò, non possiamo non riconoscere i due volti della stessa medaglia che il fenomeno della diffusione telematica comporta. Da un lato, i mass media fanno si che le tematiche connesse alla salute e al benessere mentale entrino nelle case dei cittadini e diventino motivo di discussione e confronto al li là dei soli contesti specialistici. Inoltre, hanno il merito di far sentire meno soli gli individui che sono, o sono stati, affetti da determinate condizioni di malessere: “ Non è successo solo a me”. Dall’altro lato, sovente trascurano la responsabilità nell’elargire informazioni e significati inappropriati o erronei rispetto ad un fenomeno molto delicato, rischiando di banalizzarlo o implicitamente giudicarlo.

In questo articolo, nel rispetto della sofferenza delle famiglie che si trovano a dover affrontare una condizione depressiva, proveremo a fare un po’ di chiarezza in merito alla depressione post parto; cercando di sottolineare l’importanza di non dirigersi verso il compimento di un’ auto diagnosi, ma di trovare la forza ed il coraggio di affidarsi all’intervento di uno specialista.

La depressione post parto è un disturbo che riguarda principalmente il tono dell’umore e che insorge generalmente durante la gravidanza o nelle quattro settimane successive al parto.

In virtù di questo, sarebbe più opportuno parlare di depressione peripartum o perinatale.

I sintomi ad essa correlati interessano circa il 10% delle puerpere nei paesi occidentali, indipendentemente dall’età delle donne che ne sono affette. La percentuale sale sensibilmente per quelle donne che hanno già manifestato in passato disagi psicologici di varia natura, o che hanno sofferto di depressione post parto dopo una precedente gravidanza. La durata dei sintomi varia generalmente da qualche settimana ad un anno.

In realtà, l’incidenza è sottostimata poiché molte partorienti faticano ad accettare l’esistenza stessa della patologia, considerandone i sintomi come normali, fastidiose e comuni complicanze.

Le donne che si trovano a sperimentare questa dolorosa condizione clinica riportano principalmente sensazioni di tristezza, vuoto, disperazione, faticabilità e marcata deconcentrazione. Tali sensazioni sono spesso accompagnate da una significativa perdita o aumento ponderale non giustificati da un regime dietetico necessario, da insonnia o ipersonnia. Il quadro sintomatologico è aggravato dalla mancanza di emozioni o sensazioni di fastidio nei confronti del bambino, che viene spesso percepito come un peso. Molte madri riportano di sperimentare un forte senso di colpa dovuto alla sensazione di inadeguatezza nella cura del piccolo. Altre manifestazioni comunemente riconducibili ad una depressione post parto sono l’avversione nei confronti dell’infante ed il timore di restare sole con lui.

Se i sintomi si rivelano di una certa entità, o comunque persistono oltre due settimane, se si ha la sensazione di poter fare del male a se stesse o al proprio bambino è importante chiedere aiuto ai servizi o al proprio medico di base che avranno cura di proporre alla madre il miglior percorso specialistico; cercando di oltrepassare le barriere culturali che influenzano la nostra autostima nella richiesta d’aiuto.

Infatti, la richiesta d’aiuto è un gesto responsabile e d’amore nei confronti del proprio sistema familiare. Inoltre, l’atteggiamento del professionista accoglierà la sofferenza della madre in modo professionale e non giudicante. Le mamme che soffrono di depressione correlata al post parto non sono infantili, impreparate, inadempienti o cattive. Sono madri che soffrono e che, hanno tutto il diritto di essere aiutate per affrontare nella maniera più serena possibile la maternità. La depressione peripartum non è un marchio di pessima qualità da etichettare in maniera indelebile alla capacità genitoriale della donna. Il benessere bio-psico-sociale delle madri può essere recuperato, ricostruito o reinventato attraverso un appropriato percorso psicologico, psicoterapeutico o psichiatrico.

Riguardo alle cause, vi è sostanziale accordo nell’affermare la compresenza di fattori biologico-fisiologici (alterazione del funzionamento di alcuni neuro trasmettitori, squilibri ormonali), ambientali (scarso supporto familiare, precarietà economica) e psicologici (modificazione della propria immagine fisica, identitaria e lavorativa).

Come possiamo proteggerci dalla depressione post parto? Fortunatamente esistono delle strategie che possiamo mettere in campo per prevenire l’insorgenza di questa pesante condizione di sofferenza. Tra di esse ricordiamo:

  • la possibilità di avere un buon riposo nelle prime settimane dopo il parto;

  • seguire una dieta equilibrata, con alimenti ricchi di omega 3 (pesce, noci, olio di semi di lino) e povera di eccitanti come alcool e caffè;

  • mantenere attivo il dialogo con il partner, permettendogli di sperimentarsi con il nuovo status di padre;

  • abbandonare l’esigenza di perfezionismo domestico;

  • coltivare una buona rete familiare ed amicale con cui confidarsi e a cui delegare alcune incombenze domestiche;

  • non accantonare la vita e l’intimità di coppia.

bottom of page