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  • Dott.ssa Valentina Bartolomei

QUELLO CHE LE MAMME NON DICONO


A volte si cerca per lungo tempo una gravidanza, altre volte arriva come un fulmine a ciel sereno ma in entrambi i casi l’arrivo di un bambino è un salto nel vuoto.

Indubbiamente diventare genitore è una delle esperienze più belle ed intense che si possano avere….ma è veramente rose e fiori come ci vogliono far credere?

La società trasmette spesso l’idea che diventare mamma sia un evento stupendo e privo di difficoltà. Alle giovani mamme non sembra concesso di ammettere fatica, debolezza o anche dubbi sull’aver fatto la cosa giusta. Sembra quasi che il fatto di avere un bambino sia la panacea di tutti i mali, se sei mamma perdi diritto ad ogni lamentela e la cosa più terribile è che spesso sono altre donne con figli a dare questi messaggi.

Perché avviene questo? Per tanti motivi. Molte donne sono state esse stesse vittime degli stereotipi sociali legati alla maternità, loro stesse non si sono concesse di ammettere di essere in crisi. A ciò si uniscono anche degli aspetti biologici, ovvero il fatto che siamo strutturate per dimenticare le fatiche e i dolori provati durante il parto e nel periodo successivo. Questo ha la funzione evolutiva di farci desiderare altri figli e di preservare così la specie umana dall’estinzione.

COSA SUCCEDE REALMENTE QUANDO NASCE UN BAMBINO? Diventare mamma è sempre una prima volta, ci si addentra in un territorio sconosciuto fatto di dubbi e processi fisiologici molto particolari tipici proprio di questa fase.

Subito dopo il parto, ad esempio, circa 8 donne su 10 soffrono di maternity blues, ovvero un periodo di circa una settimana o due in cui a causa di una forte instabilità ormonale è possibile sperimentare tristezza, inquietudine ed in alcuni casi rabbia. Succede così che da un momento all’altro si scoppi in un pianto disperato o ci si arrabbi con il partner per una sciocchezza senza sapere perché. È bene ricordare che questo è del tutto normale e lasciar fluire le emozioni con la consapevolezza che questo non creerà nessun danno al bambino. Nel tempo questo stato scomparirà da sé.

Se l’instabilità emotiva si protrae per mesi ed incomincia ad associarsi a dei pensieri specifici, come ad esempio l’idea di essere una pessima madre, allora ci troviamo di fronte al grande tabù della maternità: la depressione post - parto. Questo fenomeno è molto più raro, si verifica circa in 2 donne su 100, e non significa che si ha qualcosa di sbagliato. Semplicemente è uno degli inconvenienti della maternità. In questi casi è fondamentale rivolgersi al medico di base e chiedere aiuto. Con il giusto supporto medico e famigliare infatti questo disturbo si sconfigge molto facilmente, ma una depressione post-parto non curata può avere delle ripercussioni molto forti sul rapporto mamma-bambino.

COSA SI PUO’ FARE PER PROTEGGERSI? Un fattore di protezione importante è l’ambiente. Una mamma infatti ha bisogno di cure tanto quanto il suo bambino. Avere vicino persone che sostengono e accolgono eventuali crisi diventa quindi essenziale.

Ma la migliore arma che possediamo in questo caso è l’autoconsapevolezza. È necessario accettare il fatto che questi fenomeni possono verificarsi e che non sono legati ad una qualche mancanza personale. Il vero pericolo infatti si verifica quando c’è una grossa discrepanza tra le proprie aspettative e la realtà. Perseguire l’ideale della mamma perfetta è la cosa più dannosa che si possa fare, impedisce di vedere la realtà e non permette di sintonizzarsi sui bisogni del proprio figlio perché si è troppo concentrate sulla propria immagine.

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